martedì 24 marzo 2009

LA STRAORDINARIA STORIA DI FRANCESCA BALLI, AMICA E BRAVISSIMA SUBACQUEA

Cari lettori di NDL, ecco una storia scritta con del vero sentimento. Francesca è una persona veramente magica, è riuscita dove molti avrebbero gettato la spugna, colpita da un bruttissimo lutto di un amico morto in un incidente subacqueo...ecco la sua storia...perché il mare e la subacquea non sono fatti solo di attrezzature e configurazioni...
A volte la vita fa strani giri per andare avanti, giri che sembrano incomprensibili a chi vive nella fretta e corre solo lungo linee rette. E invece la strada della vita, come il fiume, ci guida talvolta attraverso una serie di anse, e ci permette così di superare gli ostacoli e raggiungere il mare ..
Il mare, per l'appunto.
Quando ho conosciuto Andrea la mia vita scorreva lungo binari apparentemente solidi, sicuri, indiscutibili: la laurea, la pratica professionale, l'esame di Stato per l'iscrizione all'Albo .. la nostra amicizia era nata condividendo gli studi, i progetti, le aspettative del futuro.
Non ho un ricordo di lui che non sia sorridente. Un ragazzo tranquillo, disponibile, gentile, appassionato della vita .. e del mare.
Un giorno, che prima avrei definito qualunque, come se esistessero giorni qualunque, Andrea non mi ha raggiunto per studiare. Se n'era andato, rimasto nel suo mare, e io lo scoprivo leggendo il giornale.
Ci sono terremoti che non distruggono le case intorno a noi, ma ci sbriciolano dentro. Andrea è stato il mio.
Ho chiuso il giornale e un capitolo della mia vita. Niente parole, niente lacrime, niente funerale. Io non ero pronta per seppellire il mio amico. Prima lo dovevo perdonare, di avermi lasciata sola, della sofferenza inconsolabile dei suoi genitori. Dolore e devastazione, e di contro, il suo "capriccio", la subacquea ..
Per otto anni ho pensato che la sua passione era una follia. Anch'io amavo il mare, senza bisogno di arrivare a intestardirsi in un gioco inutilmente pericoloso.
Otto anni .. e intanto ogni giorno correvo in autostrada, come se quello fosse un luogo sicuro, rischiando ogni volta eppure convinta della giustezza del mio agire, e della mia teoria.
E però ..
Però Andrea era una persona bellissima, e nonostante fossi così arrabbiata con lui e così convinta a dissuadere chiunque dal seguirlo nella sua strada, ogni pensiero di lui mi strappava sempre un sorriso.
Alla fine, neanche me ne sono accorta, ho cominciato a pensare che sì, certo, era assolutamente, indubbiamente, sicuramente e senz'altro una follia la sua, però ..
Di nuovo un però.
Dovevo capire che cos'era, quell'energia incontenibile che lo animava, e lo portava a scappare tutti i venerdì al mare. Una domanda questa, che mi accompagnava sempre e alla quale non riuscivo e non sarei riuscita mai a dare una risposta, se non andando al fondo .. in tutti i sensi.
E così un giorno ho deciso, persa a contemplare la meraviglia del mare da una lingua di sabbia in mezzo all'oceano, che forse era il caso mi infomassi meglio ..
In piscina la buttai lì ad un istruttore: non so, magari, forse, ma, boh.
In seguito lui mi ha confessato di aver pensato mentre me ne andavo: "questa non si rivede più.".
Era l'ottobre 2004. Da allora .. non riesco a smettere .. !
Non so come sia potuto accadere che un'imbranata, indecisa, freddolosa, e soprattutto, una pigra come me, che della lettura sul divano aveva fatto il suo sport preferito (e unico), abbia potuto affrontare questa specie di impresa titanica, fatta di studio (e fin qui è la parte facile, almeno sapevo da dove cominciare), piscina due volte alla settimana (con relative occhiaie la mattina dopo) e immersioni anche a novembre e dicembre ..
Fatto sta.
Andrea me lo immagino lassù a ridere di me, e dei miei sforzi, del mio impegno, della mia caparbietà e anche della mia goffaggine!
Pronto a spostare le nuvole e liberare il sole quando vado al mare per una nuova avventura, a convincere qualcuno a portarmi la bombola quando sono stanca, accanto a me sott'acqua a indicarmi qualche bella conchiglia per abbellire la sua nuova casa, insieme a un fiore.
Quando sono uscita dall'acqua, alla prima immersione, ho potuto dire solo: ma come ho fatto a stare tutto qs tempo senza .. ?!!
Ho scoperto un mondo inimmaginabile, che immediatamente mi ha catturata, travolta, estasiata. E dalla prima immersione è stato un crescendo, e una discesa libera.
Ero affascinata, entusiasta, stupita dalla meraviglia che puntualmente mi si presentava. Ero rapita dall'ambiente completamente nuovo, incredibile: i pesci, le conchiglie, i coralli, l'acqua limpida e la mancanza di visibilità, il termoclino, la corrente. Sconvolta, positivamente, dalle sensazioni sconosciute, piacevolissime, dell'assenza di peso, dell'ovattato silenzio, della percezione del respiro ..
Le prime bombole sono state sacrificate sull'altare dello stupore e dell'emozione, in pochi, grandi OHHHHHHH entusiastici come quelli di un bambino.
Mi sono accorta, senza nemmeno rendermene conto mentre succedeva, di riuscire a dimenticare il mondo, quello di sopra, in un attimo appena, giusto il tempo di affondare: Ok? Ok, giù.
Ecco finalmente ci siamo, la preparazione è lunga che sembra non finire mai, ma adesso sono in acqua .. precipito dolcemente in un'altra dimensione, che appare lontana e poco naturale e in realtà è naturalissima, che ritrovo con quella memoria che non sapevo di avere e invece registrava puntuale la vita di cui non ero nemmeno cosciente, e adesso eccola là, da qualche parte dentro di me, pronta all'appello. Quella memoria che si ricorda senza esitare, che riconosce subito quell'acqua così familiare di cui sono fatta, in cui vivevo quando ero ancora un girino nel ventre di mia mamma.
Eccomi in un altro mondo, nel quale miracolosamente riesco ad entrare ma dovrei dire torno, e a far parte per un .
L'ho vissuto e lo vivo sempre come un regalo, mi sento una privilegiata, e con questa gratitudine dentro mi aggiro pacata, attenta, rispettosa.
Mi sento un ospite, ma un ospite gradito. Quando non è il caso, rinunciamo ed aspettiamo pazienti il momento giusto.
Il mare insegna anche questo, ridimensiona, rimette sul giusto piano le cose e i valori.
Noi facciamo programmi, organizziamo, partiamo ma .. fino all'ultimo non si sa. E' il mare che decide, e noi l'accettiamo tranquilli.
Massimo (che ci risparmiava la fatica di portare le bombole giù dalla discesa al mare e ce le faceva trovare pronte sul posto), col suo modo spiccio di marinaio, ma saggio e affettuoso, aveva espresso il suo motto sul muro del grottino: il mare è grande, e noi piccini piccini..
E piccina come una bimba ho fatto i primi passi. All'inizio barcollando un , piano piano più sicura, sempre incantata.
A fronte del mio timore di non poter respirare, laggiù, ho scoperto che è sopra che più spesso mi manca l'aria. La preoccupazione di non poter comunicare si è dissolta non appena, senza pensare dov'ero, ho parlato con la mia compagna di immersione (e lei mi ha risposto!), colorando i gesti rituali con i nostri entusiastici commenti. La gioia richiede partecipazione ed è impaziente: non si può aspettare di riemergere. A dispetto di ogni apparenza ho scoperto che non potevo sentirmi sola: sottacqua puoi allungare la mano e trovare qualcuno che te la stringe. Fuori, tante persone muoiono di solitudine. E ho riscoperto, e apprezzato, il valore di essere una coppia, e cioè non tanto essere in due invece che uno, ma essere insieme, perché siamo tutti fragili e vulnerabili, anche quando cerchiamo di convincerci del contrario: abbiamo necessità di condivisione e bisogno dell'altro. E questo bisogno di essere guardati, aiutati, il confidare nell'altro, così controcorrente in un mondo di supereroi che non chiedono mai e non hanno mai paura, che hanno fatto dell'individualismo il loro principale (dis) valore, questa dipendenza l'ho sentita così vera, naturale .. Mi ci sono riconosciuta, e abbandonata. La mia subacquea voglio che sia sempre così, fatta di esseri umani.
Forse anche per questo è diventata l'occasione di amicizie profonde, che tanto hanno arricchito la mia vita.
Gli amici, ecco, appunto.
Dopo il brevetto di primo grado mi sembrava di aver raggiunto qualcosa, il mio scopo potrei dire, se avessi avuto uno scopo. Comunque mi sentivo arrivata da qualche parte, e invece non avevo fatto bene i conti, ero solo all'inizio.
Andrea aveva aspettato tanto, era tempo di rifarsi!
Le occasioni si sono moltiplicate, le emozioni anche. Ora non c'era solo la contentezza di fare l'immersione, c'era la compagnia, il piacere di una giornata condivisa con persone speciali.
Allora ho scoperto la magia del mare di notte, colori e forme che possono esistere solo nella fantasia di un artista ..
Mi sono divertita a fare capriole dal gommone e salti dalle barche, ho attraversato grotte e camini, ho voluto provare a chiudere gli occhi, e li ho spalancati entusiasta di fronte al relitto di un aereo, di una nave e un giorno perfino ad una distesa di anfore romane ...
Che ammirazione verso quei banchi numerosi ed eleganti che a volte hanno sfilato davanti e sopra a noi .. che tenerezza quella seppia che una notte, attirata dalla torcia, ci veniva incontro fino a sbattere nel vetro, quel pesciolino così piccolo e agguerrito che mi morsicchiava la mano per allontanarmi dalla sua tana, indispettito dalla mia presenza ...
E questo amore, anziché placarsi col tempo, come solitamente avviene, continua a crescere, alimentato da uno stupore infinito e da emozioni profonde.
Per un motivo o per un altro, nella classifica delle immersioni più belle della mia vita ho dovuto inserire pressoché tutte quelle che ho fatto: una volta il successo era stato l'aver trovato l'assetto giusto, una volta il sollievo per aver tolto un di pesi dalla zavorra, un'altra era l'incontro con un pesce tropicale enorme ed apparentemente molto minaccioso, piuttosto di un minuscolo, tenero, apparentemente inerme, nudibranco ...
Non ho potuto fare a meno di ricominciare: studio, piscina, mare per il brevetto successivo. Giravo col libro sempre in borsa, e leggevo appena possibile, in fila alla cassa del supermercato, in macchina quando riuscivo ad appaltare la guida a qualcun altro, perfino da Andrea quando andavo a salutarlo al cimitero. E la stanchezza della giornata non era mai abbastanza, per impedirmi di frequentare le lezioni pratiche in piscina.
E intanto che si avvicinava la meta dell'esame, già serpeggiava l'idea successiva .. la muta stagna!
Del resto, saremo anche nati per soffrire, ma insomma fino ad un certo punto!
Ci risiamo, daccapo a lezione.
Sono di nuovo bambina ai primi passi .. in questo mare non si invecchia mai!
Eccomi un'altra volta a rincorrere l'assetto giusto, zavorrata ben bene e anche un preoccupata, a prendere confidenza con questa nuova muta. (Bellissima!).
Una volta presa la decisione di acquistarla, studiati i materiali e gli accessori, effettuato il sondaggio fra gli istruttori, stabilito il modello, mi sono lasciata andare a qualche fantasticheria: diciamo che è emerso il mio senso estetico. La muta umida era scura e un seria: questa sarebbe stata colorata! Un di rosso passionale o un bel giallo che sta così bene alle persone more? Un dilemma. Ero molto, molto indecisa.
Pensa e ripensa, alla fine la conclusione è che è nera ...
Sì, ma è un nero stupendo!
Il primo tentativo in piscina è stato quasi demoralizzante: non riuscivo a fare bene niente, neppure le cose che oramai mi venivano spontanee ... Ma forse era l'emozione, la strana sensazione dell'acqua intorno e non addosso, che mi distraeva ... ? Forse anche la contentezza per le nuove immersioni che adesso potrò fare, anche quando la muta umida non me l'avrebbe permesso ...
Il secondo tentativo è andato già meglio.
Dopo qualche attimo di smarrimento, dovuto alla solita insicurezza e poca fiducia nelle mie capacità, è subentrata la voglia di fare, di farcela. E così, dal "mamma-mia-com'è-difficile-non-ci-riuscirò-mai" sono passata direttamente al "devo imparare in tutti i modi!" e molto presto sono arrivata al mare.
Intanto ... ho cominciato a pensare a chi purtroppo non può godere di tutto questo.
E ho scoperto che anche a questo proposito mi sbagliavo. Che con la volontà e l'impegno, sostenuti dall'aiuto degli altri, si possono superare limiti che sembravano insuperabili, ed allargare i nostri orizzonti.
Ho scoperto che esistono associazioni che credono che la subacquea sia uno sport per tutti, anche andicappati, e ne ho condiviso immediatamente lo spirito e lo scopo.
Questo è il mio prossimo sogno: conquistarmi l'onore di condividere la felicità del mare con chi magari pensava gli fosse preclusa.
Perché come si dice, un dolore può bastare a se stesso, ma per gustare a fondo una gioia bisogna avere qualcuno con cui dividerla.


ringrazio Francesca Balli per aver concesso la pubblicazione di questo articolo veramente toccante e spero che presto abbia il tempo per scrivere nuovamente sul nostro blog...
noi di NDL dedichiamo i nostri pensieri ad Andrea e anche se non lo abbiamo mai incontrato, ogni volta che saremo immersi il mare racchiuderà un po' della sua storia e anima, donata al blu romantico del mare.
Ciao Andrea!!!

BUONE BOLLE!!!

6 commenti:

Matt Iron ha detto...

Che bellezza questo articolo, descrive a pieno la subacquea, io stesso rivivevo le mie emozioni come fossero state riflesse in uno specchio !

Anonimo ha detto...

...ho ancora le lacrime da asciugare...bellissima lettera...
voi di NDL lasciate sempre il segno...
grazie

Roberta

cristian ha detto...

L'articolo di Francesca sarà pubblicato in vari siti di enorme interesse, noi di NDL abbiamo avuto l'esclusiva, inoltre sono personalmete contento di aver letto una così profonda ed emozionante storia...grazie Francesca!!!

buone bolle

Anonimo ha detto...

troppo sincera e passionale...non aggiungo altro...comlimenti a Francesca!

barbablu diver

Anonimo ha detto...

COMPLIMENTI DAVVERO BEN SCRITTO.

claudio ha detto...

Grazie Francesca di averci concesso questo tuo intimo momento,la tua lettera oltre ad essere toccante e sincera ha preso il pieno quella che è la mia passione subacquea e quella che credo sia il vero fulcro della subacquea,quella fatta per passione,fatta di fatica,quella fatica che ti tira giù dal letto alla 5 del mattino estate inverno poco importa,e ti fa salire in macchina ti fa scaricare chili e chili di roba,ti fa vestire in modo strano goffo,ma poi tutta la fatica svanisce,per incanto alle due paroline magiche"ok ragazzi??ok!!! bene giù!!!" e li ti si apre un mondo guardi la catena della barca che sempre catena è,ma li nell'immenso blu ti sembra diversa più bella,migliore.
Ragazzi si deve andare in mare tutti assieme sperando migliori presto sta stagione.

Ciao Francesca grazie mille